Sinfonia n.9 di Beethoven
LA GIOIA TRA PSICOFISIOLOGIA E ANTROPOLOGIA
Una festa a Bacco
di Vezio Ruggieri
Editore: VALORE ITALIANO – Lilamè
Data: Roma, 2012
La nona sinfonia ha riscosso e continua a riscuotere l’universale plauso del pubblico ma, fin dalla sua origine, ha sollevato le critiche e le perplessità di numerosi musicologi che cercavano in essa una coerenza strutturale e compositiva che la collegassero alle forme tipiche della sinfonia consolidate dalla tradizione. A differenza della critica musicologica, noi siamo partiti dall’ipotesi che la nona sinfonia rappresenti una struttura liturgica che ha il suo perno nella Gioia, intesa come divinità e come realtà psicologica interiore. Da questo nuovo mosaico emerge una forte componente teatral-narrativa, caratterizzata da particolari sequenze immaginative in cui la dimensione teatrale si lega strettamente alla danza, tale da conferire alla nona sinfonia una dimensione di tipo liturgico propria di un rito bacchico.
Abbiamo esaminato le componenti psicofisiologiche che sono alla base dell’esperienza di esaltazione gioiosa, mentale e corporea, che si realizza nell’intreccio di parola ritmo e movimento, ovvero, sul piano artistico, di testo musica e danza. Quindi, in stretta connessione con l’ipotesi interpretativa, abbiamo dato forma ad una rappresentazione teatrale integrata per rendere visibile quello che a nostro avviso è il sotteso, complesso ed affascinante progetto beethoveniano.
A partire dalla stretta interazione di musica e testo letterario, le fasi del finale della sinfonia entrano a far parte di un unico, ben articolato, disegno narrativo esperienziale che abbiamo utilizzato come una sceneggiatura per una rappresentazione in forma di danza che, seguendo puntualmente il testo dell’ode schilleriana, ne ripropone una visibilità teatrale nella forma di una narrazione coreografica.